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Rapporto Medico Paziente

I diritti del paziente e i doveri del medico.

La Nostra Costituzione, all’art. 32, tutela il diritto alla salute, sia come individuo che come interesse della collettività.

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Diritto fondamentale che i medici conoscono nel momento in cui affrontano il “giuramento d’Ippocrate”, il quale nella sostanza e non solo nella forma ricorda ed evidenzia l’importanza fondamentale della professione medica, nonchè la sua valenza sociale.

I medici, comunque, sbagliano, tale verità è ormai consolidata.

Affidarsi alle cure mediche è cosa buona e necessaria, ma esistono casi in cui, per colpa lieve, grave,o gravissima, il medico commette errori ed in tali casi il paziente o la sua famiglia devono trovare la forza di approfondire l’accaduto. Ne vale sempre la pena.

Non dovrai provare nulla. A fronte di un errore medico, dovrai provare solo l’esistenza del rapporto di cura avuto con il medico ed il nesso di causalità fra l’operato del medico ed il danno subito. Sarà il medico a dover provare che l’errore non è a lui imputabile. Prova quasi impossibile, in quanto nel momento in cui si verifica un danno e tu hai provato quanto detto sopra, è chiaro che si è posto in essere un comportamento non diligente, nè corretto, nè necessario.

Il rapporto medico paziente è di carattere contrattuale.

Nel momento del ricovero si perfeziona il rapporto medico paziente e da quello scaturiscono diritti e dovere per entrambe le parti. La colpa medica si può evincere dall’inadempimento a una o più clausole di tale accordo.

I casi vengono valutati singolarmente dallo studio, al fine di individuare casi di colpa, colpa grave, al fine di determinare la possibilità di un equo indennizzo, il quale tenga conto dei danni patrimoniali e non patrimoniali, quale il danno esistenziale, biologico, psicologico ed alla vita di relazione o lavorativa.

La Cassazione afferma che secondo le novità del decreto Balduzzi (2012) “il medico deve essere attento al sapere scientifico, rispettoso delle direttive formatesi alla stregua di solide prove di affidabilità diagnostica e di efficacia terapeutica”. Le condotte mediche sono punite penalmente se caratterizzate da colpa non lieve e le linee guida del rapporto medico paziente servono anche per il giudizio in relazione alla colpa. Ma cosa succede se il medico ha seguito tutte le linee guida del rapporto medico paziente e la sua condotta risulta ugualmente colposa?

La Cassazione, con sentenza del 17 aprile 2013, risponde che “le linee guida del rapporto medico paziente non sono uno scudo protettivo illimitato, anzi, vanno esaminati i rischi se il sanitario si attiene alle linee guida; si dovrà comunque considerare se versa in errore, avendo agito in maniera distante dalla necessità di adeguamento alla peculiarità della malattia, al suo sviluppo, alle condizioni del paziente”.

La Corte afferma un principio fondamentale: il medico è colpevole se ti attieni, in modo scientifico - astratto - asettico ad un protocollo, in quanto, l’elemento che deve essere posto al centro della condotta medica è l’uomo-paziente, con la sua malattia, con le sue peculiarità. Non esiste un caso uguale all’altro. Per cui il medico è colpevole se si limita a seguire un protocollo non calato nella realtà concreta, nell’ipotesi in cui si verifichino lesioni lievi, gravi gravissime e/o letali per il paziente. La Cassazione si è espressa più volte in tal senso.

Il Rapporto Medico Paziente secondo il nostro Studio.

La garanzia per chi si rivolge allo studio sta proprio nella sicurezza che il caso che viene presentato è unico ed irripetibile, seguito, per lo meno, come tale. Ciò è, indubbiamente, garanzia per il paziente o la sua famiglia della circostanza che l’essere umano, la sua incolumità e la sua integrità fisica vengono posti al centro di un’attività lavorativa.